Le prime tracce d'allevamento suino in Sardegna risalgono al sesto millennio a. C.: siti nuragici hanno restituito grandi quantità di ossa ed alcune rappresentazioni bronzee di maiali domestici. Inoltre, documenti storici testimoniano, in epoca romana, un consistente flusso di prodotti a base di carne suina dalla Sardegna verso la capitale. L'allevamento basato sullo sfruttamento del bosco continuò per tutto il medioevo, secondo le tradizioni pastorali ed i codici sardi. Le prime descrizioni dettagliate della razza suina Sarda risalgono al settecento e testimoniano le caratteristiche morfologiche di questi suini a cominciare dall'abbondanza di setole del loro mantello, con i caratteristici "ciuffi" sul garrese e sulla groppa e la coda "cavallina". I documenti che da allora hanno trattato della razza suina Sarda, sottolineano le caratteristiche uniche di questa ancestrale popolazione e pongono in risalto la varietà del colore del mantello e la forma delle setole. L'ampia variabilità genetica della razza si è mantenuta grazie alla natura isolana della Sardegna ed all'allevamento estensivo di questi suini in aree impervie ed isolate. Dal 2006 è attivo il programma di conservazione della razza presso piccoli nuclei di allevamento in purezza.
Assenza del gene mutato RYR1.