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Cinta Senese

La razza si è formata in epoca tardo romana od alto medioevale, e risalgono al XIV secolo diverse testimonianze iconografiche della presenza di un suino cinghiato simile all'attuale Cinta Senese. Vi è un generale consenso sul fatto che la zona di origine della Cinta sia la Montagnola senese, da dove la razza si diffuse prima nel territorio senese e quindi in altre province toscane ed italiane. E' storicamente documentata, ad esempio, l'esistenza di un nucleo di Cinta in Carnia, dove era giunto al seguito di una società di mercanti senesi cui il Patriarca di Aquileia Gregorio di Montelongo aveva affidato fin dal 1255 la gestione della Chiusa della valle del Fella. L'allevamento brado praticato nell'area di origine consentì per secoli lo sviluppo della razza, che presto venne considerata una tra le migliori razze italiane e certamente la più importante in Toscana. Bisognò attendere il 1934 per l'istituzione del Libro genealogico presso l'Ispettorato dell'agricoltura di Siena, ma già pochi anni dopo, nel secondo dopoguerra, la massiccia ed incontrollata introduzione di razze inglesi favorì un ampio ricorso al meticciamento, soprattutto con le razze bianche per la produzione dei "grigi", fino a provocare un drammatico declino della razza. Lo stesso Libro genealogico della razza Cinta senese cessò di operare nella seconda metà degli anni '60. Gli incroci "grigi" o "tramacchiati", vennero a lungo richiesti per l'ingrasso dalle porcilaie padane, che utilizzavano il siero dei caseifici. Questo sistema produttivo cesso però nel 1968 con il blocco della movimentazione dei suini dalla Toscana verso la pianura padana a seguito di una grave epidemia di peste suina africana. Dopo due decenni di declino che la portarono sull'orlo dell'estinzione, la razza divenne oggetto alla fine degli anni ottanta di iniziative di recupero da parte dell'amministrazione regionale toscana, e nel 1997 il Libro genealogico attivò una sezione di razza per avviare in forma sperimentale un programma di conservazione. Con la successiva istituzione nel 2001 del Registro anagrafico la razza si è definitivamente imposta all'attenzione degli allevatori interessati a forme di allevamento di tipo tradizionale per la produzione artigianale di salumi tipici e nell'ambito di attività agrituristiche. Dal marzo del 2012 le carni di suini di razza Cinta senese nati ed allevati in Toscana hanno il riconoscimento europeo DOP.

Cinta, Cinto, Cinto toscano, Cinturello Umbro, Cinturino Umbro.

  • TIPO : Fine, taglia media con scheletro leggero ma solido.
  • MANTELLO E PIGMENTAZIONE: Cute e setole di colore nero, salvo la presenza di una fascia bianca continua che circonda completamente il tronco all'altezza delle spalle includendo gli arti anteriori. Il passaggio tra nero e bianco può essere graduale e non netto. Sono inoltre ammesse macchie nere all'interno della fascia bianca. Il setto nasale può essere depigmentato
  • TESTA : Di medio sviluppo, profilo fronto-nasale rettilineo orecchie dirette in avanti, ed in basso di media lunghezza.
  • COLLO : Allungato ed armonicamente inserito nel tronco.
  • TRONCO :Moderatamente lungo, di forma cilindrica depressa lateralmente, torace poco profondo e addome ampio, spalle muscolose e ben fasciate, linea dorso- lombare diritta, groppa inclinata, coda attorcigliata, natiche ben discese.
  • ARTI :Medio-lunghi, sottili ma solidi, con articolazioni asciutte, pastorali lungo giuntati e unghielli compatti.
  • NEL MASCHIO Testicoli ben pronunciati; capezzoli in numero non inferiore a 10.
  • NELLA FEMMINA Mammelle in numero non inferiore a 10, regolarmente distanziate, con capezzoli normali ben pronunciati e pervii.

Assenza del gene mutato RYR1, di alleli o aplotipi al locus Extension responsabili del colore rossiccio e del colore "selvatico", di alleli al locus Dominant White/Belt responsabili del colore uniforme o delle pezzature.