L'allevamento dei suini in Sicilia risale all'epoca cartaginese. Dopo la caduta dell'impero romano lo sviluppo dell'attività d'allevamento è stato condizionato dagli usi agricoli e pastorali, dai costumi e dalle diete dei popoli che hanno dominato la Sicilia nel corso della sua storia. In tal senso l'allevamento suino subì una battuta d'arresto nel IX secolo sotto la dominazione araba, mentre riprese vigore con la conquista normanna. I suini di razza Nero Siciliano sono caratterizzati dal mantello prevalentemente nero e dalla taglia piccola. Alla costituzione della razza hanno contribuito anche introduzioni di suini neri dal continente. L'allevamento di questa popolazione suina era ampiamente diffuso sull'isola fino alla metà del novecento, ed i Neri siciliani assumevano nomi diversi nelle diverse aree geografiche di allevamento. I successivi cambiamenti socio economici determinarono la forzata delimitazione dell'areale d'allevamento ai rilievi boschivi della Sicilia Nord orientale. Oggi l'area maggiormente interessata dalla presenza dei suini di questa razza è quella dei Monti Nebrodi, in provincia di Messina. La particolare orografia di queste zone montane, caratterizzate da valli strette e parallele che terminano sul litorale, favorisce la naturale segregazione dei gruppi di suini presenti, con conseguente conservazione di una interessante variabilità genetica. Dal 2001 il programma di conservazione coinvolge allevamenti che adottano le tradizionali tecniche estensive di allevamento.
Nero dei Nebrodi, Nero delle Madonie, Nero dell'Etna, Nero ibleo
Assenza del gene mutato RYR1, di alleli o aplotipi al locus Extension responsabili del colore rossiccio e del colore "selvatico", di alleli al locus Dominant White